venerdì 16 luglio 2010

Maria SS della Visitazione


2 Giugno, alle ore 6:30, quando i raggi del sole illuminano le piccole vie della città, le tegole delle case, svegliano le creature del Signore, illuminano i campi che sono pronti a maturare i loro frutti, nella piccola città di Enna, il popolo ennese in gran numero si reca al Duomo per celebrare una santa Messa che apre i festeggiamenti in onore di “Maria SS della Visitazione, patrona del popolo ennese”. I devoti recandosi al Duomo per il culto mariano recitano vecchie, ma ancore presenti nelle menti degli anziani e dei più giovani, litanie e preghiere, le quali vengono tramandate oralmente di generazioni in generazioni che le strade della piccola città hanno sentito ripetere tantissime volte; spesso i devoti si recano alla Chiesa Madre a piedi scalzi rievocando un insaputa tradizione antica di questa festa particolare, lunga, bella, emozionante e gioiosa. La tradizione vuole e ci spiega il motivo per cui oggi gli uomini, donne e bambini si recano all’altare della Madonna a piedi nudi: “I contadini che erano ai campi per il semplice motivo era già il tempo del raccolto, i quali aiutarono i nobili, che invano con tutte le forze non riuscirono a sollevare il fercolo di Maria madre di Dio, indossavano una piccolo rivestimento cinto intorno alla vita del corpo, con i piedi scalzi e ancora sudati per il lavoro svolto sui campi, riuscirono a mettere sulla spalla la prestigiosa effige del volto della Vergine e del piccolo Gesù”. Questa piccolo racconto, oltre al fatto dei piedi nudi, ci spiega come Maria e il suo Piccolo Figlio si accontentano anche delle persone umili o di quelle persone semplici, e non importa che posseggono titoli importanti; i pochi righi della storia ci spiegano com’è composto l’abito di processione dei confrati di Maria SS della Visitazione il quale nel corso del tempo ha subito alcune variazioni: agli antichi contadini, i quali a quel tempo si chiamavano “viddani”, iniziarono a indossare -solo per la festa- un lungo saio cinto alla vita e merlettato ai bordi, un lungo camicione anch’esso merlettato, di sopra un fazzoletto azzurro e sopra il fazzoletto una immagine con la figura della Vergine Maria davanti e il simbolo W M dietro. I confrati portatori della prestigiosa “Nave d’Oro”, che viene uscita il 2 luglio di ogni anno, portano con loro un fazzoletto bianco, che oltre ad asciugare il sudore, serve a sventolarlo quando si innalzano i gridi alla Santa Patrona. Vi sono anche dei dolci tipici a forma di biscotti chiamati “Mastazzola” i quali nella parte superiore hanno inciso il simbolo “W M” presente anche sulla cappella dei marmi e nel cancello principale del Duomo. Quindi dal 1412, anno in cui arrivò la Vergine ai piedi del monte Enna, ai tempi chiamato Haenna, dal 2 Giugno sino alla non tanto attesa chiusura della Santa Vergine si festeggiano SS Messe, si recitano Rosari in onore di “Maria SS della Visitazione, patrona del popolo ennese”. Di rilevante importanza e anche di grande curiosità, è come la tradizione in 597 anni di storia, di processione e solenni celebrazioni non ha perso i suoi riti, i suoi devoti, le sue preghiere e le antiche litanie; al contrario ne sono state aggiunte ancora di più e i devoti hanno scritto molte poesie certamente degne di essere dedicate a questa Signora che è la nostra Madre. In questo caso è possibile ringraziare tutti i preti del Duomo che uno dopo l’altro sino ai nostri giorni hanno curato la festa nei suoi minimi particolari e anche le amministrazioni e i confrati passati e presenti che con il loro impegno hanno dato e continuano a dare emozioni ai fedeli tutti gli anni; è pure l’occasione di raccomandare alle generazioni future di fare altrettanto per questa meravigliosa festa.









IL 2 LUGLIO




Il 2 luglio per gli ennesi ricorre una grande giornata di festa perché è il giorno della Patrona “Maria SS della Visitazione” . Alle ore 7:00 dal sagrato della chiesa di Montesalvo vengono sparati 101 colpi di cannone così come si faceva quando nasceva il figlio del re. I colpi avvertono che iniziano i 15 giorni di grandi festeggiamenti in onore della Patrona di Enna. Nello stesso tempo alla Chiesa Madre sono iniziate le messe dalle 6:30 sino a quella delle 11:30 celebrata dal Vescovo e l’ultima Messa alle 13:30. Alle ore 14:00 il Duomo viene liberato da sedie e sgabelli per dare spazio al montaggio della prestigiosa Nave d’Oro e dei pesanti “bajardi” portati a spalla nel pomeriggio da 100 uomini a piedi scalzi. Alle ore 16:00 nel Duomo con la presenza dell’amministrazione della confraternita, 2 uomini di fiducia di Mons. Francesco Petralia, rettore del duomo, viene montato l’oro alla Vergine, cosa stupefacente è che non sono presenti nemmeno le forze dell’ordine. La legenda Narra che il percorso venne segnato dalle colombe lasciate libere davanti il portono principale della Chiesa Madre e da qui nasce tutta una serie di riti prima della rituale processione: alle ore 19:00 nel Duomo viene recitato e cantato il Salve Regina dopo il quale inizia la tanto aspetta processione. Alle 19:05 circa dal Duomo finalmente si vede spuntare la Nave d’Oro con l’effige della Santa Vergine che viene accolta dagli spari di mortaletti, come verrà fatto anche lungo le strade della città, e salutata da tutto il popolo con un lungo applauso. Così al grido del rettore :” E cu voli grazi ricurra a Marì” viene innalzata la Madonna e i portatori rispondono “Evviva Marì”. Con tanta gioia i confrati portano il fercolo per la Via Roma. Arrivati in Piazza San Tommaso il fercolo viene tenuto basso sulle corde quasi striscia a terra a causa dei balconi bassi dei palazzi; da qui inizia la via Mercato, stretta e piena di punti insidiosi dove gli anellieri e i portatori devono mettere tutte le loro forze per far sì che la Sacra Immagine arrivi all’eremo di Montesalvo. Esiste ancora anche se spudoratamente l’uso di mettere nei balconi al passaggio della vergine tappeti o ricami fatti dalle donne casalinghe esperte di ricamo. Arrivati alla fine della Via Mercato si incrocia un punto insidioso dove la Vara passa per un pelo e questo è un punto pericoloso per tutti, sia portatori sia il popolo festante. Così finalmente quando la Vergine sta per arrivare all’Eremo escono i Santi cugini Zaccaria ed Elisabetta che accolgono la Vergine. Nel Volto dei portatori si legge la stanchezza, la pesantezza e gli sforzi che si fanno per portare questo immenso fercolo che a volte diventa pure un sacrificio. Nella gente devota si vede la felicità nel vedere che la Madonna che arriva allegra, addirittura i devoti dicono che sorrida. Finalmente dopo 2 ore circa di processione il fercolo arriva sul sagrato di Montesalvo e anche qui viene salutato da colpi forti e intensi di mortaletti e di colpi di cannoni. Alle 21:30 vengono sparati i fuochi d’artificio che segnano la fine della festa del 2 luglio.

Durante la lunga permanenza a Montesalvo, la gente si reca in dei giorni stabiliti dedicati ai gruppi di persone. Oggi non viene più rispettato perché la gente preferisce avere un semplice e intimo colloquio con le Vergine. Ma l’ultima settimana vi sono ugualmente un susseguirsi di messe chiamate lumine: il Sabato il Collegio dei Rettori, la domenica gli Operai delle miniere, il lunedì i Pastori, il Martedì i Commercianti, il Mercoledì le Organizzazioni Femminili, il giovedì gli Agricoltori, il Venerdì le Maestranze e il Sabato precedente alla festa il Clero cittadino.







“LA MADONNA A MUNTANTA”




2 Domeniche successive alla festa del 2 luglio la Madonne viene riportata con un’analoga processione alla Chiesa Madre prendendo dalla Via IV Novembre, Via Roma, Piazza San Tommaso per riprendere la Via Roma ed arrivare alla chiesa Madre. La domenica successiva al ritorno in Chiesa Madre, la Vergine viene traslata dall’altare maggiore alla cappella dei Marmi dove verrà chiuso sino all’anno successivo. Verrà riaperta in altre occasione ma resterà nella sua nicchia.

Gli spari, le lumine, le litanie, le preghiere, le messe, il fercolo sono parte integrante della festa e i cittadini sono abituati ormai a sentire da anni e che se mancasse una sola cosa di queste per noi Ennesi non avrebbe più lo stesso significato. A volte tutto ciò da un senso di conforto, come gli spari e i giochi pirotecnici del 2 luglio ci tranquillizzano che la nostra protettrice è arrivata.

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